martedì 16 maggio 2017

Recensione di "Ross Poldark" ∼ Winston Graham

Buon pomeriggio a tutti, lettori!

Devo dire di essere un po’ emozionata: non è stato facile scegliere la prima recensione da condividere con voi. Rompere il ghiaccio non è mai facile. Dopo tanta indecisione, ho optato per questo romanzo, perché rappresenta un buon esempio del taglio che voglio dare alle mie recensioni. Ross Poldark è il primo capitolo di una lunga saga familiare: sono convinta che mi terrà compagnia per un po’ di tempo; è un romanzo storico, un period drama che mi lascia fare un salto temporale indietro di qualche secolo e, infine, un recente adattamento BBC ha riproposto questa avvincente storia, attraverso un cast perfetto e una fotografia impeccabile.

Ross Poldark
Winston Graham
Pubblicato da Sonzogno, 2016
Serie: Poldark, 2015
Stagione I
Episodi: 1-4

Cornovaglia, 1783. Ross Poldark, figlio di un piccolo possidente morto da poco, torna a casa, esausto e provato, dopo aver combattuto per l’esercito inglese nella Rivoluzione americana. Ora è un uomo maturo, non più l’avventato ed estroverso ragazzo che aveva dovuto abbandonare l’Inghilterra per problemi con la legge. Desidera soltanto lasciarsi il passato alle spalle e riabbracciare la sua promessa sposa, la bella Elizabeth. La sera stessa del suo arrivo, però, scopre che, anche a causa di voci che lo davano per morto, la donna sta per convolare a nozze con un altro uomo. Non solo: Nampara, la casa avita, si trova in uno stato di abbandono, cui ha contribuito anche una coppia di vecchi servi, fedeli ma ubriaconi. Devastato dalla perdita del suo grande amore, Ross decide di rimettere in sesto Nampara e di concentrarsi sugli affari che il padre ha lasciato andare a rotoli, tornando a coltivare le terre e lanciandosi nell’apertura di una nuova miniera. Viene aiutato dall’affezionata cugina Verity, dai due servi e da Demelza, una rozza ma vivace ragazzina che ha salvato da un pestaggio e che, impietosito, ha preso a lavorare con sé come sguattera. Nella terra ventosa di Cornovaglia – aspra quanto la vita dei suoi minatori, percorsa dai fremiti di nuove sette religiose e afflitta da contrasti sociali – si intrecciano i destini dei membri della famiglia Poldark, primo fra tutti il forte e affascinante Ross, ma anche della gentile Verity, di Elizabeth, tormentata da segrete preoccupazioni, e di Demelza che, diventata una bellissima donna, è determinata a conquistare il cuore dell’uomo che le ha cambiato la vita.


Devo essere sincera: non conoscevo Winston Graham e il suo eroe, ma un pomeriggio dello scorso anno ho iniziato quasi per caso una serie il cui titolo non mi ricordava nulla, Poldark appunto. Cornovaglia, fine ‘700: mi è bastato. Mi sono fidata: è stata una piacevolissima scoperta. Non potevo, quindi, non documentarmi, dovevo scoprire se fosse una serie originale o tratta da qualche romanzo. Wikipedia mi ha aperto le porte della conoscenza: un inglese, di Manchester precisamente, inizia a pubblicare questi romanzi nel 1945 e per 50 anni continua a immaginare la vita travagliata del suo Ross (L’ultimo libro è stato pubblicato nel 2002, un anno prima della morte). Dovevo assolutamente leggerli: in Italia, però, non era stata ancora pubblicata una versione integrale dei romanzi, anche se su Internet circolavano rumors riguardo all’imminente pubblicazione da parte della Sonzogno, proprio grazie al successo ottenuto dalla serie.

Ho atteso solo un mese: ad inizio maggio potevo avere tra le mani ciò che si rivelerà un piccolo gioiello. Le premesse c’erano tutte, già a partire dalla ammaliante copertina. Mi è piaciuto il giusto equilibrio tra la narrazione riguardante i vari personaggi e lo spaccato delle condizioni dell’epoca; ho amato l’importanza data dallo scrittore alle descrizioni, dettagliate ma mai noiose. Non sono mai stata in Cornovaglia, ma ho potuto “vedere” le onde infrangersi sugli scogli e gli alberi sferzati da un forte vento freddo. Oppure, potevo essere accanto a Ross, quando ha visto le cattive condizioni in cui versava Nampara House al suo ritorno dall’America, restando parimenti dispiaciuta e senza parole. Insomma, Graham ha la capacità di descrivere ciò che lo circonda con la stessa veridicità e obiettività di una macchina fotografica.
Ma la forza del romanzo non si limita alle descrizioni: Graham ci delinea un eroe quasi perfetto. Ross è un uomo all’apparenza duro ma dal grande cuore, che si arruola nell’esercito per fuggire dal passato, dagli errori, da tutto, eccetto Elizabeth, il suo grande amore. Ross è l’eroe che non scende a compromessi, che è pronto a sfidare le convenzioni sociali in nome della lealtà, onestà e amicizia; è l’eroe che deve ricominciare una nuova vita, perché la guerra ha sconvolto gli equilibri. L’universo femminile è di straordinaria importanza, se non motore di questi cambiamenti. La complessità delle protagoniste non risente della psicologia maschile del loro creatore: Elizabeth è figlia del suo tempo, guidata e piegata alla decisioni della famiglia, il cui scopo è contrarre un buon matrimonio; Demelza è una sfortunata ragazzina, figlia di un minatore spesso ubriaco e manesco, ma caratterizzata dalla grande determinazione e voglia di riscatto.
Reed e Turner - Elizabeth e Ross
Sono personaggi che si fanno amare per i loro punti di forza e debolezze e, sicuramente, non resisterete alla bravura degli attori di Poldark, sceneggiati da Debbie Horsfield: Ross ha il volto di Aidan Turner, il cui fascino del bello e dannato calza a pennello nel dar vita all’animo tormentato di Ross; la delicatezza di Elizabeth è incarnata dalla bellezza estemporanea ed eterea di Heida Reed; l’intraprendenza di Demelza è animata dalla freschezza e vivacità di Eleanor Tomlinson. A essi si aggiungono attori del calibro di Kyle Soller, Jack Farthing, Ruby Bentall e Caroline Blakiston, i quali contribuiscono a rendere il mondo di Poldark così dinamico e mai noioso.


Tomlinson - Demelza
Il grande pregio che ho attribuito alla serie è l’aderenza quasi totale alla parole di Graham: la sceneggiatrice non ha dato libere interpretazioni ai personaggi, alle loro azioni e sentimenti, ma si è prestata “anima e corpo” alla mente di Graham, che voglio immaginare tutto sommato soddisfatto e un pizzico orgoglioso. Una cosa è certa: il pubblico è entusiasta, constatando il successo ottenuto in Inghilterra e anche qui in Italia, grazie a LaEffe. Il rinnovo per altre stagioni è stato ovvio: la seconda stagione è già stata distribuita oltre Manica; noi dobbiamo attendere ancora un po’!


Otto episodi di un’ora circa che coprono un arco temporale più ampio di quello che Graham descrive nel primo volume. Se non volete spoiler, fermatevi alla quarta puntata e correte in libreria a comprare il secondo volume Demelza che la casa editrice Sonzogno ha pubblicato a febbraio: una copertina splendida catturerà la vostra attenzione. Ma parleremo di questo secondo capitolo in un altro momento!
Ora tocca a voi!
Avete letto questo libro e/o visto la serie?
Altrimenti, vi piacerebbe iniziare questa avventura?




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6 commenti:

  1. Io avevo visto la serie della TV britannica del 1975/1977 e sono rimasta legata a quella. Ora mi leggerò i libri.

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  2. Per me indimenticabile Robin Ellis! Ma certo i giovani non possono ricordare

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    1. Ho intenzione di recuperare anche questa versione del '75, sperando che sia ancora reperibile.
      Capisco, comunque, il continuare a essere legati ad un adattamento, solitamente il primo che abbiamo visto. Capita anche a me! Impariamo ad immaginare i personaggi con un determinato volto, espressione e modo di fare. é difficile abituarsi agli altri!
      Buona lettura poldarkiana!:)

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  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  4. Da appassionata della serie e, poi, dei libri di Winston Graham e avendo letto diverse recensioni, devo dire che questa è veramente notevole! Viene subito voglia di "entrare a far parte" di questa saga che parla di donne e uomini e descrive l'amore in tutte le sue sfaccettature, come solo un grande scrittore saprebbe fare. A suo tempo guardai la vecchia serie, ma sono rimasta affascinata dalla nuova.

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    1. Ti ringrazio Rita! La recente serie ha il pregio di essere quasi perfetta (dico quasi, solo perché si può sempre fare meglio). Avevo iniziato la versione del '75 ma l'ho lasciata: è un adattamento troppo "attempato" per i miei gusti e, soprattutto, erano state fatte troppe modifiche al testo. Mi sembrava di vedere un'altra storia...

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